dal 3 maggio al 2 giugno 2024
INGRESSO GRATUITO
Gli oggetti che ci circondano, anche quelli più banali, sono poetici portatori di memorie e racconti, recano con sé le tracce di un vissuto che evolve con loro, stratificandosi e modificandosi nel tempo. La capacità di cogliere la straordinaria magia delle cose e il suo potenziale artistico è ciò che accomuna due artisti per il resto tra loro profondamente diversi: Adelio Maronati e Carlo Mangolini. Il primo (nato nel 1939) esponente della fertilissima scena artistica milanese degli anni Sessanta e Settanta; il secondo (nato nel 1970) artista e curatore aquilano. Nella sua arte Adelio impiega materiali poveri (carta straccia, spugne per i piatti usate, scarti di ogni genere), Carlo invece assembla reperti archeologici del contemporaneo (elementi metallici e vecchi oggetti d’uso). Entrambi ridanno nuova vita ai materiali, trasformandoli in opere d’arte potentemente narrative, ma anche immaginifiche, inaspettate, capaci di aprire nuovi punti di vista.
La nuova mostra di BinarioArte mette, dunque, in dialogo due artisti distanti per formazione, vita e percorso artistico, ma vicinissimi nell’intenzione. Il senso della memoria e la volontà di sollecitarla è quello che li avvicina. Le loro opere paiono rispondersi continuamente: da una parte la leggerezza apparente di Adelio, che usa la carta, ma dandole la forza della pietra, dall’altra la pesantezza altrettanto apparente di Carlo, che tratta il ferro, ma con il sorriso dell’ironia. Da una parte l’essenzialità delle forme di Adelio, dall’altra la magniloquenza di quelle di Carlo. Entrambi creano opere spiazzanti, capaci di coglierci di sorpresa, di rendere i materiali altro da sé, creando corto circuiti visivi e intellettuali attraenti e intelligenti. Due modi diversi di fare poesia, ma la medesima intenzione poetica.