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Scuola secondaria di II grado
Età consigliata: dai 13 anni
Durata spettacolo: 100 minuti
Biglietti:
€ 8 per studenti
gratuito per docenti accompagnatori e DVA legge 104/92
Per info e prenotazioni:
lun - ven dalle 15.00 alle 18.00
Cell. 342 5798316
Mail [email protected]
In La coscienza di Zeno, pubblicato nel 1923, Italo Svevo narra la crisi dell’uomo contemporaneo, racconta di un uomo nuovo per il suo tempo, un antieroe senza volontà alla ricerca delle origini del suo malessere.
Il protagonista ritorna ossessivamente sul suo passato, cercando di identificare la malattia che ha ostacolato la sua realizzazione, seguendo un flusso di coscienza, sempre sul sottile crinale tra sincerità e menzogna, tra razionalità e inconscio. Nel tentativo di raccontarsi vengono svelate contraddizioni e lacerazioni profonde.
Nella visione di Oyes, Zeno Cosini è il paradigma di un’umanità superata, di un tempo che sta per scadere ma che non vuole scomparire. Il protagonista si muove senza baricentro, faticando a leggere la realtà che lo circonda, ormai privo di certezze su cui poggiarsi. In scena un'autoanalisi pubblica a cui prendono parte i personaggi della vita del protagonista, fantasmi della sua coscienza, aggrappati e rinchiusi in un secolo ormai passato, in un surreale gioco in cui i piani si confondono. Zeno si tormenta ripercorrendo i punti critici della sua esistenza, dove la narrazione diventa un tragicomico cimitero dei buoni propositi.
La mente di Zeno ricostruisce ricordi, memorie, aneddoti ed è facile intuire come il punto di vista di chi ne è protagonista possa distorcere, falsificare e strumentalizzare la realtà dei fatti. A nulla serve avere come specchio il dottore che lo prende in cura? A nulla serve potersi confrontare con i fantasmi del passato che riportano in scena il proprio vivissimo punto di vista? Esiste la possibilità di guardare con lucidità quello che ci accade?
Per noi La coscienza di Zeno diventa l’Incoscienza di un uomo che è rappresentante di un’umanità superata, di un tempo che sta per scadere, ma che fatica a scomparire. Lo guardiamo senza riuscire ancora a dirgli addio, così come lo guarda in scena un personaggio misterioso, che diventa un vero e proprio tramite tra il mondo del romanzo e la nostra visione contemporanea.
uno spettacolo di
OYES
testo
Dario Merlini
Stefano Cordella
Noemi Radice
con
Livia Castiglioni
Daniele Crasti
Francesca Gemma
Francesco Meola
Dario Merlini
Fabio Zulli
regia
Noemi Radice
Umberto Terruso
scene e costumi
Stefano Zullo
light designer
Fabrizio Visconti
consulente / dramaturg
Simone Faloppa
assistente alla scenografia
Nina Donatini
assistente ai costumi
Federica Famà
foto di scena
Luca Del Pia
produzione
OYES
con il sostegno di
Teatro Filodrammatici
Teatro del Borgo
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